Pierino e il Grande fratello
di Fabio Trazza

C’era una volta a Trastevere, nelle sale umbertine del Ministero (allora) della Pubblica Istruzione, un ministro circondato da qualificate menti, assunte per parare i danni che uno scarno e livido libretto provocava tra le file dei docenti, sia a destra, sia a sinistra di ogni corridoio.
Si trattava del ministro Berlinguer.
Già da allora, nella scuola, l’ideologia era svaporata e
quanti volevano ostinarsi a schierarsi, o a destra o a sinistra, lo facevano direttamente sui muri del corridoio.
Quel libretto si intitolava “Segmenti e bastoncini”.
Ho l’impressione che anche oggi a Trastevere, nelle stesse sale umbertine del Ministero (ora) dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, si aggiri un ministro circondato da qualificate menti, assunte per parare i danni che uno scarno e livido pamphlet sta provocando tra le file dei docenti che ormai, stanchi di sbandare tra le mura dei corridoi, si erano rimboccate le maniche decisi a promuovere la valutazione interna ed esterna del servizio scolastico.
Si tratta del ministro Moratti.
Si sa, la donna è più avveduta dell’uomo, e così il ministro Letizia, per prevenire ogni attacco, si era circondata di un robusto squadrone di difesa, che, in fatto di arte e scienza della valutazione, non avrebbe dovuto temere confronti in nessun paese del mondo.
E invece, eccolo qui, materializzarsi, l’attacco al cuore nelle sale umbertine, condotto, come al solito, al seguito di pagine tanto scarne e livide, quanto avvelenate.
Si attacca il suo squadrone per abbatterlo e, demolite le difese, giungere poi a colpire direttamente il ministro.
“Pierino e il Grande fratello” è la riedizione di “Segmenti e bastoncini”. Solo che oggi non si discute di matematica e di capacità di astrazione, ma di statistica e di capacità o possibilità di valutazione.

Il titolo vero non è “Pierino e il Grande fratello”, ma “Validità e affidabilità delle pratiche valutative:
a proposito del Progetto Pilota 2.”
E l’autore è Pietro Lucisano che, chiuso un occhio per meglio prendere la mira, con la precisione di un matematico devolutosi alla statistica, scocca un testo, che riprende ed espande una parte dei contenuti di un suo predente intervento “Validità degli strumenti di rilevazione dei dati valutativi e affidabilità dei risultati” presentato al convegno “La Valutazione come risorsa strategica. Equità, cultura e competenze per l’esercizio di una cittadinanza attiva”,
17-18 ottobre 2003, promosso dall’Università degli Studi Roma Tre.

A pag. 13 si legge: “G. Elias immagina la funzione dell’INValSI come quella del grande fratello che inesorabilmente mette i voti a tutte le scuole e a tutti gli insegnanti sulla base dei profitti ottenuti al test unico da ciascun singolo Pierino”.

E, a pag. 19:
“La ricerca non tiene dal punto di vista dell’impianto teorico, della validità del contenuto, della validità del costrutto della validità del criterio, della previsione dei tempi di somministrazione, della attendibilità delle misure
ricavate, e tutte queste cose un modesto esperto avrebbe potuto indicarle prima di procedere nel lavoro.
Tanti soldi spesi in tempi di ristrettezze per non acquisire quasi nessuna informazione e questo per la volontà pervicace di disattendere ai principi elementari della ricerca docimologica. Forse i costi di questo Progetto potrebbero essere giustificati solo se nei capitoli ministeriali venissero imputati alla voce propaganda. Altrimenti la corte dei conti avrebbe titoli sufficienti per chiedere appunto conto di tutto questo.
Quello che non è misurabile sono i danni alla cultura della valutazione che da cultura delle prove oggettive diventa cultura del quiz e offesa alla professionalità degli insegnanti.”

Costretti prima a camminare rasente i corridoi, spinti poi a svolazzare contro le finestre, i docenti più preparati avevano ripiegato nell’aula della valutazione, con la speranza che da lì ne sarebbero usciti fieri della nuova frontiera.
Finiranno ancora ingannati da chi gioca sulla loro testa ad un gioco antico, immaginato nuovo, e dalla posta povera, immaginata ricca: il tiro al ministro.
Ma la scuola rimane degli studenti e dei docenti.
O almeno. Di quelli che, quando dialogano tra loro, non sentono né il verso del corridoio, né il trasparente margine delle finestre: viaggiano per incontrarsi, molto al di sopra delle nuvole della politica e della grandine della neoburocrazia.

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Pietro Lucisano
Validità e affidabilità delle pratiche valutative:
a proposito del Progetto Pilota 2.

Allegato a Pierino e il Grande Fratello.pdf
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Il testo riprende ed espande una parte dei contenuti dell’intervento dell’autore “Validità degli strumenti di rilevazione dei dati valutativi e affidabilità dei risultati” presentato al convegno La Valutazione come risorsa strategica. Equità, cultura e competenze per l’esercizio di una cittadinanza attiva, 17-18 ottobre 2003, promosso dall’Università degli Studi Roma Tre.