Introduzione

Il Lavoro: dalle parole alla storia

In un qualsiasi dizionario italiano (ad es. lo Zingarelli) lavorare ha un’ampia gamma di significati, tra cui:
a-impiegare le energie fisiche e intellettuali nell’esercizio di un’arte, un mestiere, una professione
b-estensivamente, compiere una fatica, uno sforzo fisico (detto specialmente degli animali)
c-fare affari, avere una vasta clientela, detto di studi, botteghe, esercizi pubblici o altre realtà simili 
Ugualmente variegate sono le definizioni di lavoro, i cui principali significati sono presentati in quest’ordine:
a-attività di produzione di beni o di servizi, legislativamente tutelata, realizzata nell’esercizio di un mestiere, una professione
b-specialmente al plurale, serie di attività svolte da organi collegiali, gruppi di persone, ecc.
c-occupazione retribuita
d-opera intorno a cui si lavora
e-estensivamente, ogni realizzazione concreta
f-fatica, sforzo
Allo stesso modo nella maggior parte delle lingue i termini usati per l'idea di lavoro presentano una notevole polivalenza, oscillando in particolare tra l'idea di "soggezione, vincolo, fatica opprimente" e quella di "attività che produce ricchezza, guadagno”.
E’significativo che il greco moderno usi nel senso di "lavoro" la parola che in epoca antica significava "schiavitù" (doulià). La parola italiana lavoro è poi la diretta continuazione di una parola latina (labor) il cui valore originario è quello di "carico, sforzo" (soprattutto nel reggere un peso, per esempio gli alberi che, gravati dalla neve, faticano a sostenerne il peso) e poi attraverso il significato di "fatica, impegno" passa (già in latino) al significato attuale. In altre lingue romanze (per esempio il francese travail olo spagnolo trabajo) l'idea del lavoro è collegata addirittura all'idea di tortura, in quanto il termine deriva da una parola latina tarda che designa appunto uno strumento di tortura. L’idea del lavoro come produttore di benessere è invece viva nel rumeno lucru, che significa appunto, in origine, "guadagno, lucro". Al di fuori delle lingue romanze il termine tedesco Arbeit si rifà a un gruppo di parole che richiamano l'idea del bisogno economico o della schiavitù: infatti, appartiene alla stessa famiglia di parole da cui derivano le parole italiane orbo e orfano (quest'ultima parola è mutuata dal greco).
Si potrebbe continuare a lungo, ma quel che ci preme evidenziare in questa sede è che la dimensione del lavoro già nelle sue espressioni verbali è connotata da una costellazione di polarità, che sintetizziamo schematicamente in questi quattro fattori fondamentali:

  1. il lavoro come fatica e vincolo (in dipendenza dalla natura, da un padrone ecc, come fattore necessario per la sopravvivenza, simbolo della limitatezza dell’uomo …).
  2. il lavoro come sforzo o conflitto tra parti (come dominio dell’uomo sulla natura, come affermazione di sè nella comunità umana; come conflitto tra sfruttati e sfruttatori; come conflitto tra lavoro e capitale; ecc)
  3. il lavoro come dominio, incremento di benessere e autocreazione (come invenzione di nuove forme della realtà, come rivoluzione delle strutture del mondo capaci di creare un mondo nuovo ecc.)
  4. il lavoro come impegno concreto, come opera comune e collaborazione nella trasformazione della realtà e di sè (come solidarietà e sviluppo di tecniche, come principio di comunione e di indipendenza multilaterale, come cultura che nasce dalla prassi ecc.)

All’interno di una serie di quadri storici, sviluppati naturalmente a “maglie larghe”, ripercorreremo come le diverse epoche hanno vissuto e soprattutto come hanno considerato il ruolo del lavoro, mostrando come di volta in volta sia stata accentuata questa o quella polarità.