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L’amore a Cristo è la radice del lavoro

Per il cristianesimo il lavoro è la forma espressiva dell’uomo che usa e manipola tutta la realtà che lo circonda. Bisogna lavorare, ma per rendere "umana" l'inevitabile fatica del lavoro occorre scoprire il senso di quello che si fa.

San Benedetto, nella coscienza di essere amato ed abbracciato da Cristo dentro tutte le circostanze, considera il lavoro manuale parte essenziale della vita monastica: «Sono veramente monaci quando vivono del lavoro delle loro mani, come i nostri Padri e gli Apostoli»(RB 48,8).
Se il senso della vita è presente nella realtà, allora tutto quello che facciamo diventa importante: «Tutto diventa parte del mistero della persona di Cristo, anche il grano che si taglia o la scopa che si prende in mano. Il rapporto con Dio valorizza tutto, anche la vanga che si adopera, o l'aratro, o il pezzo di straccio che pulisce: questo è il genio del cristianesimo, questa è la divinità dell'attimo, dell'istante» (L. Giussani).
Ogni nostro gesto, se offerto, acquista una dignità infinita e collabora alla redenzione del mondo, dilatando il mistero di Cristo celebrato nella Liturgia.
Perciò il lavoro non è solo quello “fisico” comunemente inteso, ma riguarda la totalità della persona.

(Da AA.VV., In un solo corpo. San Benedetto, una tradizione vivente, Itaca, 2003)
 

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