Le confraternite (o “scuole”) erano associazioni libere di abitanti di un rione, di un borgo, di un quartiere, i devoti di un santo o di un’immagine miracolosa, oppure coloro che frequentavano una certa chiesa, un certo convento, un certo santuario, oppure i lavoratori di una certa professione, o coloro che avevano partecipato a un determinato pellegrinaggio.
A partire dall'alto Medioevo abbiamo diverse testimonianze storiche che evidenziano la presenza e l'attività di confraternite nell'area dell'alto milanese. Le attività delle confraternite erano le più diverse: assistenza a condannati a morte, a malati e mendicanti, visite a carcerati, amministrazione dei beni di una chiesa, istruzione ed educazione al lavoro, organizzazione di feste religiose, cura di santuari, chiese e conventi.
Ma l'elemento fondamentale era senz'altro l'esperienza di socialità e la loro capillarità. Esse hanno costituito per secoli la più organizzata forma di vita sociale popolare, attraverso la quale sono passati tutti i cambiamenti intervenuti nel tempo.
La gente si ritrovava periodicamente (di solito almeno settimanalmente) per appuntamenti religiosi, ma anche momenti conviviali, semplice ritrovo, e condivisione dei momenti salienti della vita del singolo (nascite, matrimoni, funerali), ai quali i soci della confraternita partecipavano sotto forma di aiuto sia spirituale che monetario.
Ad esempio nello statuto del 1376 della confraternita dei Disciplinati di Gallarate dedicata a Sant'Antonio Abate ci sono brani che impegnano gli iscritti al sostegno materiale di ammalati ed infermi privi di mezzi e all’autotassazione nel caso un confratello fosse caduto nelle mani di banditi o malfattori che ne richiedessero il riscatto.
All’interno delle confraternite molto rilievo era dato alla cura dei malati tanto che venivano scelti ministri appositi tra i soci per il ruolo di infermieri (visitatores infirmorum) che vigilavano cioè sullo stato di salute dei loro vicini di casa.
Nel 1595, ad esempio, l’inviato del vescovo nomina sei visitatores (la scelta delle persone ed il loro numero non è casuale, si tratta, infatti, di due soci per ognuna delle tre contrade allora esistenti) tra i soci della scuola del SS. Sacramento di S. Magno a Legnano.
Nella zona dell’Alto milanese in media circa il 30% della popolazione era affiliato ad una confraternita, ma l'influsso si faceva sentire capillarmente tramite i rapporti di amicizia e parentela tra affiliati e non affiliati.
Le "Scuole", sulla base delle loro positive esperienze di carità tra confratelli, cominciarono anche a dare risposte precise e creative ai bisogni delle vittime di epidemie, carestie, alluvioni, guerre, ripetutesi frequentemente nei secoli nelle nostre terre. Nacquero così i primi luoghi di cura, a Busto Arsizio, a Legnano, a Gallarate.
(adattamento da AA.VV., Il sale della terra. L’opera sociale dei cattolici a Nord Ovest di Milano, Fondazione San Giacomo, 2003).