
Questione
seconda:
Si può costruire una scuola
tutta piena di domande non a senso unico?
Proposta per la riflessione:
estratta da
Domenico Starnone
*
"Solo se interrogato"
Feltrinelli Milano, pp. 10-11
[N.d.R.:
Starnone colpito dalla
cassetta con i tre fori del Piccolo principe pensa di realizzare a scuola
un altro tipo di cassetta dedicata alle domande:]
“Sono affezionato all’ipotesi di una scuola tutta
domande: ammucchiarne molte, catalogarle per affinità, accorparle,
lavorare e renderle sempre più chiare, sforzarsi di capire quali sono
quelle vere. In tutti questi anni ho provato spesso a lavorare così con
gli studenti. Facevano fatica loro, facevo fatica io.
Da ragazzo, non mi azzardavo nemmeno a dire: “Posso
fare una domanda?. Temevo di mostrarmi poco all’altezza della situazione.
Non ho osato neanche dire mai: “Non ho capito” ed escludo che i miei
compagni l’abbiano fatto.
Per vedere se avevi capito oppure no, c’era
l’interrogazione. Eri chiamato per cognome, dovevi andare alla cattedra,
disporti compostamente in posizione di riposo, rispondere a quesiti con
formule o argomentazioni memorizzate dai manuali. Si parlava solo se
interrogati e l’interrogato eri sempre tu: che interrogassi a tua volta
pareva impensabile.
Il rito scolastico non prendeva in considerazione
che la capacità di porre domande fosse importante. Così, ho difficoltà a
individuare interrogativi. La mia reattività è addestrata soprattutto a
rispondere. Il cervello mi sembra vuoto quando mi tocca la battuta
iniziale.
E’ passato del tempo, da allora, ma la scuola (al di
là dei buoni propositi) seguita a interrogare senza farsi interrogare.
Le sue “verifiche”, che siano aggiornatissime o si
limitino a essere vecchie interrogazioni di una volta,verificano sempre e
solo risposte, d’altra parte obbligate dal fatto che devono essere quelle
“giuste”. Siamo addestrati e addestriamo a perdere la capacità di porre
“perché”, come se farlo fosse un insulto all’autorità dell’interlocutore.
Con la cassetta delle domande volevo fare un altro
tentativo di redenzione mia e dei miei alunni. Se i miei allievi mi
avessero interrogato, avrei saputo qualcosa in più su di loro. Se mi fossi
provato a rispondere, avrebbero saputo qualcosa in più su di me.
Ma la cassetta non è piaciuta: pazienza.”
*
Domenico Starnone - Cenni biografici
Cenni biografici di Domenico Starnone (Napoli 1943)
Vive e lavora a Roma.
Ha insegnato a lungo nella scuola media superiore, occupandosi di
didattica dell'italiano e della storia (Fonti orali e didattica, 1983).
Per "I Classici Feltrinelli" ha introdotto Cuore di De Amicis (1993),
Ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo (1994) e Lord Jim di Conrad
(2002).
Redattore delle pagine culturali del Manifesto.
Lavora per il cinema.
Quattro libri sulla scuola:
- Ex Cattedra (Il Manifesto 1985, Universale Economica Feltrinelli
1989),
- Fuori registro (Universale Economica Feltrinelli 1991),
- Sottobanco (Edizioni e/o, 1992),
- Solo se interrogato. Appunti sulla maleducazione di un insegnante
volenteroso (1995).
Da questi libri sono stati tratti i film
La Scuola di Daniele Luchetti
e
Auguri, Professore di Riccardo Milani.
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