
DENTRO IL CONVEGNO
Interviste a relatori e partecipanti al Convegno sulla qualità
Angela Emanuela Testa (Docente e Coordinatrice
del "Laboratorio
Didattico") intervista
Clara Paterlini, docente;
Ettore Stanghellini, vicepresidente AICQ Centronord;
Giovanni Mattana Responsabile AICQ Nazionale area settori e comitati
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Clara Paterlini Docente
Secondo lei la valutazione deve essere fatta solo su gli
apprendimenti disciplinari?
Lavorare sui progetti è diverso che lavorare sulle discipline perché
si privilegiano le relazioni, le capacità personali rispetto a contenuti
o conoscenze. Quando insegnavo cercavo di mediare l'una e l'altra
esigenza. Lavoravo per progetti per una parte dell'anno, poi per
esempio, in vista della maturità ad un certo punto si ritornava sulle
conoscenze e competenze per mettere in grado i ragazzi di affrontare
l'esame brillantemente.
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Ettore Stanghellini vicepresidente AICQ Centronord
Secondo lei è possibile educare i giovani non solo al mercato del
lavoro, ma anche alla cultura della sicurezza nel lavoro?
Penso di si, anche se deve prendere la mia risposta come quella di un
uomo della strada e non certo come quella di un esperto. Comunque
guardando l'ultimo orizzonte, l'ultima delle aperture sul mondo della
qualità è la responsabilità sociale dell'impresa.
Che cosa s'intende per responsabilità sociale dell'impresa?
L'impresa ormai non ha più responsabilità solo di tipo economico, ma
anche ambientali e politiche. Sempre più responsabilità per l'ambiente,
per e nella collettività in cui è inserita. Gli stati stanno abbassando
la guardia ed esercitano sempre meno un ruolo vigile su questi
fondamentali aspetti, si sente un vuoto.
A questo proposito è esemplificativa la pubblicità di un famoso
detersivo che fa leva su questo aspetto e che recita più o meno così:
"Noi ci assumiamo la responsabilità di garantire la massima igiene in
tutti i reparti pediatrici".
Quindi l'azienda entra nella società con un ruolo di promozione?
Anche agli ultimi mondiali di calcio è diventato motivo di scandalo che
i palloni fossero fabbricati da bambini e la necessità quindi di dare
alcune informazioni e garanzie al cittadino. L'obbligatorietà della
norma poi crea una sensibilizzazione.
Ritornando sulla scuola come dovrebbe essere la qualità?
L'analisi deve essere fatta su tutte le variabili con un'ottica di
sistema.
Nella cultura della valutazione è fondamentale poi non personalizzare
mai i problemi, ma valutare le situazioni.
Lo sforzo di autovalutazione rimane quello irrinunciabile e
fondamentale.
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Giovanni Mattana Responsabile AICQ Nazionale area settori e comitati
Come e perché misurare la nostra posizione?
Il combinato di un modello di eccellenza e di una metrica, rende
quantitativa l'autovalutazione e rende possibile la misura del proprio
passo di miglioramento;inoltre l'accumulo dei dati di altre scuole
consente di avere un'idea della distanza dalle altre organizzazioni.Qualsiasi
sistema è paralizzato dal fatto di conoscersi poco,dalla scarsa
possibilità di confrontarsi con gli altri e dalla poca capacità
d'ascolto dei propri clienti.
Perché la valutazione esterna?
La logica del miglioramento verso l'eccellenza è stata finora una
logica prevalentemente interna alle organizzazioni. Oggi si sa che
autoreferenziarsi non può più rispondere alle attese e alle aspettative
della società civile. La diffusione dei modelli di eccellenza introdotta
da EFQM portano ad un riconoscimento oggettivo esterno.
Qual è il significato del premio come strumento per la qualità?
Fino a qualche anno fa si registrava il diffuso scetticismo
"l'eccellenza è cosa per pochi, non per noi"oggi è ormai entrato nei
valori correnti e nel linguaggio comune l'esigenza che dobbiamo favorire
e pretendere "tanti centri d'eccellenza"e che deve diventare una sfida
per le istituzioni.
In una società che esaspera la competizione come sono considerati i
costi umani. Sono anch'essi oggetto di valutazione perché alzando lo
sguardo ad un futuro neanche troppo lontano gli ultimi saranno tra non
molto costi sociali?
Queste sono valutazioni politiche che esulano dal modello. Il
modello non è fatto solo per chi vince il premio, ma anche per chi si
trova a posizioni intermedie. Serve soprattutto a questi per migliorare
con l'esempio dei primi e a cresciuta consapevolezza attraverso il
feed-back della propria posizione.

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