6. Osservatori ai test Invalsi.
Tutta la stampa italiana, ma non solo, ha notato che nel dibattito in
Parlamento, quando si parla di stanziare soldi per la scuola, lo si fa
esclusivamente per sanare qualche zona, più o meno scandalosa di precariato.
Il Parlamento non indulge mai a passare in rassegna il suo patrimonio di
laboratori scolastici e i criteri e i metodi con cui gli insegnanti fanno
fare esperienze agli studenti.
Probabile che siano questioni secondarie, ma, a giudicare dalle classifiche
che sono state attribuite all’Italia, le questioni di metodo e il modo in
cui gli studenti vivono in classe o in laboratorio non dovrebbe essere
considerato secondario. Ma il Parlamento è sovrano.
Basterebbe guardare i risultati di Trento —e relativa analisi— pubblicati su
l’Espresso, per riconoscere che la valutazione molto positiva sugli
apprendimenti degli studenti discende da una cura molto particolare
riservata dalle amministrazioni alle attrezzature scolastiche, al
trattamento docenti, alle proposte culturali offerte agli studenti. Osserva
Roberto Di Caro sull’Espresso: “Il punto dolente sono i professori. Pagati
poco, spesso demotivati, quelli disposti a buttare l’anima per trasmettere
passione e conoscenze lo fanno come si fa volontariato, gli altri si
acquattano in un tran tran logorante per loro e disastroso per gli studenti.
Pretendere di valutarli, suona ai più come lesa maestà. In Trentino, invece,
la valutazione si fa obbligatoriamente per legge e lungo tutto l’anno.”
Naturalmente il giornale esalta le qualità del socialismo che starebbe
dietro l’esperienza trentina, quasi a rivendicarne una superiorità
ideologica capace di tradursi in superiorità didattica. Ma lo sanno tutti
che la motivazione più forte, oggi, nella scuola, non è certo quella di
imitare la società sovietica. Lasciamo all’Espresso le sue favole.
Accontentiamoci della realtà:
8.000 euro l’anno per studente, contro i 5.500 di media nazionale.
Nell’istituto alberghiero delle Tre Venezie studentesse e studenti sono
inviati per i loro stages al Danieli di Venezia. Nell’alberghiero di
Cinisello sono invitati a trovarseli da soli gli stages. Alcuni finiscono in
qualche bettola, quando non di peggio.
I test Invalsi, prima d’ora, si proponevano di visitarla tutta, questa
disomogenea Italia.
Ora andremo a campione. Ma sarano stati campionati anche i contesti in cui
si collocano le scuole?
Qualcuno ha pensato trattarsi di risparmio. Eppure i soldi, per pagare gli
osservatori esterni che osserveranno i docenti che osservano gli studenti
che osservano i test per compilarli, ci sono.
In Lombardia era stata trovata una soluzione notevole:
inviare nelle scuole coloro che si stanno specializzando per intraprendere
l’insegnamento. Costo zero. Pratica tanta. Riflessione ancora maggiore.
Eppure la Lombardia stava per essere depennata dalle regioni scelte per
operare la campionatura. Si conferma quanto le denunce internazionali fanno
piovere sulla povera scuola italiana: “incredibile spreco di talento, tempo,
risorse”; “e senza alcun sistema di test e valutazione che faccia sapere
come ciascun istituto sta funzionando”. L’analisi de ‘L’opinione’ desunta
dai dati Ocse Education at glance 2006, denuncia “una vera e propria
bancarotta sociale, finanziaria e culturale, dovuta a un sistema sclerotico,
fatto a misura degli insegnanti e non degli studenti”.
I nuovi meccanismi di valutazione a campione, forse, daranno un quadro
d’insieme, con la credibilità che il calcolo statistico sarà in grado di
attribuire loro. Certo mancherà quella specifica valutazione degli
apprendimenti in ogni singolo istituto, che alla lunga avrebbe potuto
offrire maggiore credibilità a quelle realtà che la meritano.
Anche la valutazione, introdotta per offrire ad ogni scuola gli strumenti
per riflettere su se stessa e migliorarsi, sarà piegata alla logica politica
della lotta intestina tra ministeri, quello dell’Istruzione e quello del
Tesoro: costruirsi dei dati per litigare sui soldi. La legge finanziaria
2007 è solo un assaggio di questa disputa e non stupisce che settori della
maggioranza governativa critichino apertamente sia il ministro sia il
viceministro. E il Parlamento, dignitosamente, esprime in silenzio la sua
sovranità. Ma nelle scuole, a esercitar sovranità, dovrebbero essere scienza
ed educazione, Sarebbe bello poter sapere quanta, e dell’una e dell’altra,
ne venga coltivata nelle aule, nei laboratori e nei corridoi in ogni scuola.
Nella secondaria, lungo il passaggio tra inferiore e superiore, si consuma
la decimazione dei nostri ragazzi e quelli che passano le forche caudine di
un passaggio più crudele del più severo esame —demotivazione e abbandono— si
trascinano nelle superiori senza più potersi risollevare: l’80% va avanti
con debiti negli indirizzi a maggior contenuto tecnico.
Ma siamo tutti certi che qualsiasi sia il test e qualsiasi sia il risultato,
sia ininfluente per gli apprendimenti lo stile di vita giovanile, in parte
non irrilevante corroso ormai dalla più aperta violenza praticata con
videogiochi e dall’effetto di droghe e agenti farmacologici, di cui oggi si
vuole ancor più largheggiare? Chi valuta quanta parte della nostra gioventù
non sia libera di esprimere la propria umanità, vivendo costantemente in un
handicap non riconosciuto? Chi se la sente di obiettare qualcosa al X
Rapporto annuale su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani”
diffuso dalla Società Italiana di Pediatria? Una bambina su quattro cresce
sperimentando una qualche dieta con l’obiettivo di saper rimbalzare sana e
salva tra anoressia e bulimia.
Arriveranno tutti con le loro povertà anche dinanzi ai test più ricchi?
Sapremo valutare gli esiti per parlare loro con più franchezza e più verità?
Riferimenti:
Federico Punzi,
Ocse, il giudizio impietoso sulla scuola italiana. L’analisi. L’opinione, 1
dicembre 2006, p. 7____
Benedetta P. Pacelli,
Nuovi test Invalsi valutano i bravi,
Italia Oggi, 28 novembre 2006, p. 48___________________________________
Giuseppe Fioroni,
Così sarà l’obbligo scolastico,
Il SOle 24 Ore, 9 novembre 2006,
1a pagina Scuola________________________________
Roberto Di Caro,
Trento dieci e lode
L’Espresso, 14 dicembre 2006, pp. 80–82____
Massimiliano Bucchi, Università di Trento
In aula si resta un po’ analfabeti. L’analisi.
La Stampa, 6 dicembre 2006, p. 29 ________
Luigi Illiano,
Allarme dall’Istruzione sulle carenze di preparazione dei promossi. Alle
superiori un eccesso di “debiti”.
Il Sole 24 Ore, 23 novembre 2006, p. 27_____
Spinelli, no bipartisan alla Turco.
“Messaggio ambiguo ai giovani”
La Repubblica, 30 novembre 2006, p.16______
Don Mazzi: “Male, molto male”,
L’Adige, 14 novembre 2006, p.4____________
Anoressia, è allarme adolescenti
“Una su quattro ha provato una dieta”
La Repubblica, 21 novembre 2006, p. 28_____
Minori. Arriva l’authority per i videogiochi,
Il Sole 24 Ore, 15 novembre 2006, p. 35_____
Antonio Guidi, neuropsichiatra,
intervistato da Daniela Schiazzano
Nei videogiochi il vero problema è il messaggio “subliminale”,
Il Messaggero, 15 novembre 2006, p. 13_____