3. Bullismo. Tema di un incontro.
“Il bullismo”, un tema di attualità.
Grave e drammatico.
Non poteva essere assente nell’incontro di cui si è parlato nell’articolo
precedente, il “2. Politiche giovanili”.
Se ne è discusso tra gli studenti del “Laboratorio Altiero Spinelli” con
Andrea Ferrari, dello Staff del neonato Ministero per le Politiche
Giovanili, sulla base di un documento preparato dallo stesso Ferrari e fatto
conoscere preventivamente agli associati al “Laboratorio”, perché il
dibattito conseguente fosse di largo respiro.
Il Rapporto di Andrea Ferrari sulle “Nuove frontiere del bullismo” è
impaginato ne
Laboratorio di giornalismo
pagina V-VI de il narratario periodico quindicinale
anno xii numero 19
venerdì 15 dicembre 2006_________________
“Un intervento sostenuto ed attuato in gran parte da ricercatori esterni,
e/o cui partecipano solo alcune parti della scuola, sembra essere meno
efficace.”
Questo il lapidario giudizio, che ci sentiamo di approvare, di Peter Smith
(University of London),
Il volume “Stop al Bullismo”, dalla cui Prefazione è tratta la citazione, è
accompagnato dal cortometraggio “Game Over”, realizzato dall’Istituto
Sperimentale Rinascita all’interno di un progetto di prevenzione al fenomeno
del bullismo nelle scuole di Milano, coordinato dall’ASL città di
Milano-Dipartimento ASSI, Servizio Famiglia, Infanzia, Età evolutiva.
Per la presentazione del libro
“Stop al bullismo” si veda il pdf
e le sue 8 pagine attive in_________________
Dovranno tutte le realtà, che affiancano i giovani nella loro crescita,
adoperarsi per sconfiggere l’inciviltà.
è parso a qualcuno molto pertinente che il Tribunale di Milano abbia deciso
di porre sotto sequestro la casa dei genitori di figli che si siano resi
colpevoli di gravi atti di bullismo. La vicenda, così come è nata e così
come si concluderà, sembra essere di pertinenza giuridica. E non c’è dubbio
che, ove sorga danno, si cerchi la riparazione. Ma questo nulla toglie alla
rilevanza dell’azione educativa, che nessun tribunale sarà mai in grado di
risolvere. Piuttosto questo fatto richiama in primo piano l’esigenza di
coinvolgere i genitori nell’azione educativa che non può essere delegata in
toto alla scuola. Su questo tema: genitori e bullismo, ha sviluppato
un’utile riflessione Sergio Givone sulla prima pagina de “Il Mesaggero”,
domenica 19 dicembre 2006, “La famiglia e il coraggio di educare”.
Per la lettura integrale dell’articolo su
Il Messaggero___________________________
C’è chi —anche autorevole, come il ministro Bindi— vorrebbe ridurre la
questione giovanile a un problema sociologico: “Il teppismo di gruppo, i
maltrattamenti in famiglia, sono il segno di una profonda frattura tra il
mondo degli adulti e il mondo dei ragazzi, l’espressione di un disagio
profondo”. Non è sfiorata, il ministro, dall’idea che si tratta di una
continuità pericolosa tra un mondo, quello degli adulti, che va
progressivamente spogliandosi d’ogni valore capace di guidare la pulsione
alla più sregolata delle libertà, e un mondo, quello degli adolescenti e dei
giovani, che inconsapevoli interiorizzano sempre più a livello di massa
ideali e pratiche di un sadico libertinismo.
Per la ripresa delle posizioni del Ministro,
ricavate dall’articolo “Non si lascino sole le famiglie”,
si veda Il Giornale, 21 novembre 2006, p. 47 ______________________________________
“Gli episodi accaduti nelle scuole hanno messo davanti ai nostri occhi,
volenti o nolenti, la questione educativa: Cosa vuol dire educare? Può
l’educazione rispondere ai problemi che ci troviamo davanti? è in grado essa
di generare un adulto, di far interessare veramente i giovani a qualcosa,
impedendo loro di finire nell’apatia e nella violenza?” Questo
l’interrogativo che ha proposto Julián Carrón in una lezione all’Università
di Firenze, ripresa dal QN martedì 19 dicembre 2006, pag. 36. E proseguiva:
“[...] E per il pensiero dominante sembra che non ci siano altre strade che
la violenza (lo scontro tra usi e civiltà) e l’indifferenza (il
multiculturalismo astratto e fintamente tollerante). Contemporaneamente
un’altra sfida ci richiama all’urgenza di educare alla ragione: la
difficoltà di interessare qualcuno alla realtà.”
Per la lettura integrale dell’articolo su QN___________________________________
Una voce, questa di Julián Carrón, che tanta preminenza ha acquisito sul
fronte del rischio educativo e dinanzi alla quale non dovrebbe sembrare
opportuno turarsi le orecchie per evitare di disturbare le proprie certezze
ideologiche sul mondo, quello dei giovani, così affrancato da ogni certezza
che è già approdato sulle spiagge del nulla.
Eco di questa rilevanza è la pubblicazione di una lettera di Carrón inviata
al Corriere della Sera e pubblicata il 28 dicembre 2006 come contributo sul
Natale:
“Fede e nichilismo. Non chiudiamo gli occhi”.
Per la lettura integrale dell’articolo sul Corriere_______________________________