
"La comunicazione
uno strumento per la comunicazione"
"Nella misura in cui le esistenze appaiono perfette e compiute, rimangono
separate, chiuse su se stesse. Si aprono soltanto attraverso la ferita, che
è in loro, del non compimento dell'essere. Ma attraverso quel che si può
chiamare non compimento, nudità animale, ferita, esseri innumerevoli e
separatí gli uni dagli altri comunicano e nella comunicazione dall'uno
all'altro prendono vita perdendosi."
Georges Bataille, L'amitié
Con questa citazione si apre un utile "strumento" che mette in rilievo il
ruolo della comunicazione nella prevenzione, sicurezza e tutela della salute
sui luoghi di lavoro. E la scuola non può ignorare questo strumento, se
vuole far crescere le sue qualità e se, non lo si dimentichi, vuol
rispettare la legge che prevede una spazio di attenzione e di pratica, ben
delimitate e quantificate, nella pubblica amministrazione proprio alla
comunicazione.
Si tratta di una pubblicazione fuori commercio, edita dall'Istituto Italiano
di Medicina Sociale.
Inserito nella collana "Guide pratiche e Manuali" ISBN
88-87098-36-0.
Autore: Ernestina Greco
Titolo: La comunicazione uno strumento per la prevenzione
Pagine 37. Finito di stampare nel luglio 2003
Nell'introduzione si chiarisce come prima dell'emanazione del decreto
legislativo n. 626/94 il sistema italiano di sicurezza e tutela della salute
sui luoghi di lavoro era fondato sui tradizionali metodi di prevenzione
oggettiva previsti dalle norme degli anni Cinquanta (DPR. n. 547/55 e n.
303/56), secondo cui la legge prescriveva le misure preventive e protettive
da adottare negli ambienti di lavoro e gli organi di controllo verificavano
che venissero applicate. Per questo nelle aziende doveva essere attuata dal
datore di lavoro una serie di misure per eliminare il rischio intrinseco di
macchine, impianti, attrezzature, ambienti di lavoro, e i lavoratori,
considerati destinatari passivi, erano tenuti ad attenersi alle norme.
Oggi sappiamo che il rischio non si elimina né solo con la tecnologia pur
notevolmente avanzata, né con le sole norme: il numero di infortuni rimane
significativamente elevato per errori umani di distrazione, stanchezza,
incomprensione, altro.
Con il D.Lgs. n. 626/94 si è passati perciò ad un sistema di sicurezza
globale basato senza dubbio sulla prevenzione oggettiva, ma anche e
soprattutto sulla prevenzione soggettiva. Oggi è l'uomo, anziché la
macchina, al centro dell'organizzazione della sicurezza aziendale, con il
conseguente coínvolgimento attivo e responsabile di tutti i lavoratori al
processo di prevenzione, dal vertice alla base, in conformità con il ruolo
da svolgere, e con l'informazione e la formazione ricevute.
Il passaggio da un modello fondato esclusivamente su procedure, controlli e
sanzioni a un modello basato soprattutto sulla programmazione della
prevenzione e del benessere negli ambienti di lavoro, ottenuti anche
attraverso la consultazione, la partecipazione, la formazione e
l'informazione dei lavoratori, rende indispensabile un cambiamento di
struttura, clima e comportamentí organizzativi.
La comunicazione, come dinamica organizzativa essenziale, diventa così uno
strumento privilegiato per favorire la fruizione e la diffusione della
cultura della prevenzione e della sicurezza lavorativa.
In questo "strumento" vengono trattate le principali caratteristiche dei
processo di comunicazione per consentire ai lavoratori di poter governare,
conoscendoli, gli atti comunicativi in maniera adeguata alle diverse
situazioni.
Per agevolare la gestione delle relazioni interpersonali negli ambienti di
lavoro vengono anche descritte le più semplici proprietà del processo
comunicativo, che mostrano le caratteristiche di funzionamento della
comunicazione e i "disturbi" che producono fallimenti comunicativi e
conflitti relazionali, con conseguenti rischi per la salute e la sicurezza
dei lavoratorì.
Sono così esposti, discussi e commentati i cinque assiomi della
comunicazione.
Primo assioma della comunicazione:
"Non si può non comunicare. Qualsiasi comportamento, le parole, i silenzi,
l'attività o l'inattività hanno valore di messaggio e influenzano gli altri
interlocutorí che non possono non rispondere a queste comunicazioni".
Secondo assioma della comunicazìone:
"Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di
modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione".
Terzo assioma della comunicazione:
"la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di
comunicazione tra i comunicanti".
Quarto assioma della comunicazione:
"Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico che con quello
analogico. Il linguaggio numerico ha una sintassi logica assai complessa e
di estrema efficacia ma manca di una semantica adeguata nel settore della
relazione, mentre il linguaggio analogico ha la semantica ma non ha alcuna
sintassi adeguata per definire in un modo che non sia ambiguo la natura
delle relazioni".
Quinto assioma della comunicazione:
"Tuttí gli scambi di comunicazione sono simmetríci o complementari, a
seconda che siano basati sull'uguaglianza o sulla differenza ".

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