C’è la lettura riduttiva di chi immagina l’auto-valutazione solo come un trucco per aggirare il fallimento del vecchio “concorsone”, quasi che la valutazione sia risolvibile nei termini di una mera trattativa sindacale.
Tra le tanti voci che interpretano la valutazione in questo modo c'è sembrato particolarmente illuminante la ricostruzione operata da Luigi Gennari. Qui la valutazione del sistema scuola viene messa in secondo piano lasciando credere che la valutazione riguarda gli insegnanti, per dividerli in fasce di competenza e poi in fasce retributive. Un tentativo che però sia le forze sindacali sia il governo, non avendo la forza di imporlo, vogliono realizzare indirettamente.
La "lettura" è evidentemente riduttiva perchè tralascia due dati essenziali:
1- la valutazione del P.O.F.,
2- l'azione a livello europeo che ovviamente non coincide con i bisogni sindacali di un singolo paese.

Su una lettura riduttiva della valutazione:

Luigi Gennari
“Le leggi per la scuola”
da “Avanguardia”,
rivista quadrimestrale n.23, a.8 2003

Il nuovo contratto di lavoro del personale della scuola, valido per il quadriennio 2002 2005, ha affidato ad una commissione di studio formata dall'Aran, dal Miur e dalle Organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto l'accordo
(CGIL, CISL, UIL e SNALS), l’ìncarico di elaborare, entro il 31 dicembre 2003, “le soluzioni possibili", definendone i costi tendenziali, per istituire, già nel prossimo biennio contrattuale, qualora sussistano le relative risorse, meccanismi di carriera professionale per i docenti" (art. 22, “Intenti comunì", c.1).
La commissione, leggiamo nel comma successivo, dovrà finalizzare la propria attività alla realizzazione di meccanìsmi di carriera che contribuiscano alla costruzione di una scuola di alto e qualificato profilo, che assicuri agli alunni i migliori livelli di apprendímento, valorizzi i talenti e prevenga situazioni dì difficoltà e disagio. Tra gli strumenti a tal fine necessari si conviene essere utile l'istituzione di un sistema nazionale di valutazione del sistema scolastico".
Gli obiettivi, come si vede, sono ambiziosi, le risorse economiche da destinare a questa operazione tutte da verificare, il ricordo della reazione degli insegnanti al “concorsone" di tre anni fa ancora vivo, il tempo a disposizione non molto.
Non molto, se la commissione intende presentare una proposta in sè compiuta, un articolato, cioè, sul tipo dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Sufficiente, invece, se la commissione si pone l'obiettivo di delineare una proposta aperta e su di essa coinvolgere gli insegnanti, nelle scuole, nella definizione della loro carriera professionale.
Su questa proposta, a partire dal mese di gennaio 2004 si potrebbe aprire in tutte le scuole e nel paese un'ampia consultazione, raccoglierne ad aprile le indicazione e formulare a maggio, da parte della stessa commissione, la proposta definitiva da affidare al dibattito parlamentare per gli aspetti che sono riserva di legge.
Dopo la consultazione sull'autonomia di qualche anno fa, sarebbe questa la seconda occasione offerta alla scuola di partecipare alla definizione di un altro aspetto fondamentale della sua attività: la carriera professionale degli insegnanti.
E’ matura, ormai, da tempo tra gli insegnanti, nelle associazioni professionali, nei sindacati della scuola l'esigenza di creare una carriera del personale docente cui collegare incrementi di stipendio. E’ una questione che può essere più opportunamente affrontata e avviata a soluzione coinvolgendo gli insegnanti in un dibattito che lì veda partecipi direttamente nella ricerca delle soluzioni possibili.
La presenza del Miur nella commissione, oltre l'Aran e le Organizzazioni sindacali, può consentire di superare i problemi organizzativi derivanti da una così ampia consultazione degli insegnanti.
Carriera professionale degli insegnanti vuol dire riconoscere l'insegnamento come una vera e propria professione.
Già nel 1966 la "Raccomandazione sullo Status degli insegnanti" dell'Unesco poneva le basi di questo lavoro, invitando gli Stati a definire specifici standard professionale e codici etici, con il concorso degli organismi degli insegnanti.
“L’insegnamento, si legge nella Raccomandazione, deve essere considerato una professione i cui membri assicurano un servizio pubblico; tale professione richiede non solo conoscenze approfondite e competenze specifiche, ma anche senso di responsabilità individuale e collettiva nei confronti dell'educazione e del benessere degli allievi”.
Molte sono state, al livello internazionale, le applicazioni di questi principi.
A questo riguardo il riferimento d'obbligo è il lavoro svolto da anni, dal 1987, dal NBPTS (National Board for Professional Teaching Standards), una associazione americana, no profit, che si propone, sostanzialmente, due obiettivi:
a) costruire standard in grado di individuare l'insegnante "esperto",
b) realizzare un sistema di valutazione, nazionale e volontario, per certificare gli insegnanti che raggiungono quegli standard.
Nel 1989 pubblicò un documento, "Che cosa dovrebbero sapere e sapere fare gli insegnanti", che sta alla base della sua attività.
Il documento individua cinque nuclei, che costituiscono il "pentalogo" dell'insegnante "esperto".
In sintesi essi sono:
l. Gli insegnanti si dedicano agli studenti e al loro apprendimento.
2. Gli insegnanti conoscono le discipline che insegnano e sanno insegnarle ai loro allievi.
3. Gli insegnanti sono responsabili della gestione e del monitoraggio dell’apprendimento dei loro allievi.
4. Gli insegnanti riflettono in modo sistematico sulla loro pratica e apprendono dall'esperienza.
5. Gli insegnanti sono membri di comunità educanti.
Sulla base di questi principi che vengono descritti in modo analitico, sono stati sviluppati gli standard specifici che sono differenziati in base a due elementi:
il grado della scuola (materna, elementare, media e superiore) e le discipline di insegnamento.
La valutazione degli insegnanti avviene attraverso una verifica che comprende due parti:
a) una raccolta di documenti, costruita dall'insegnante stesso, relativa alla sua pratica professionale,
b) quattro prove scritte.
Anche in Inghilterra è stato introdotta nel 1998 una nuova figura di insegnante con competenze di livello avanzato, chiamato docente AST (Advanced Skills Teacher), rispetto al docente normale. Il docente AST ha uno sviluppo di carriera strettamente collegato all'insegnamento della propria disciplina e non al management scolastico. Vi si accede per concorso.
In Italia siamo ancora agli inizi. Le diverse commissioni cui dal 1987, DPR 209/87 art. 40, in poi è stato affidato il compito di definire la carriera degli insegnanti non sono mai riuscite a portare a termine il loro lavoro.
Il precedente CCNL 1998-2001 all’art. 29 aveva introdotto il trattamento economico connesso allo sviluppo della professione docente, che era stato sviluppato nell'art. 38 del Contratto integrativo. Si trattava di attribuire 6 .000.000 di lire annue al 20% degli insegnanti individuati attraverso una procedura di selezione articolata in tre fasi: valutazione del curricolo professionale dell'insegnante da parte di una commissione; prova strutturata nazionale predisposta dal Ministro dell'Istruzione; una verifica in situazione alla presenza in aula degli alunni e della commissione giudicatrice.
Il provvedimento del Ministro che bandiva il relativo concorso, ribattezzato il "concorsone", venne ritirato dopo le manifestazioni di protesta degli insegnanti.
Di tutto c'è bisogno oggi nella scuola meno che ripetere quell'e¬sperienza. Per questo diventa prioritario definire il metodo per giungere alla costruzione della carriera degli insegnanti. Il metodo che coinvolga le Organizzazioni sindacali, l'Aran, il Miur e gli insegnanti mi sembra, alla luce delle esperienze passate e all'urgenza di giungere nell'arco del prossimo anno scolastico alla soluzione del problema, quello più produttivo.
Quali gli elementi possibili di una proposta?
Il primo di essi è costituito dai titoli culturali e professionali:
titoli di studio, oltre a quello necessario per l'insegnamento prestato,
attestati rilasciati al termine di corsi di specializzazione e/o perfezionamento al livello universitario,
Il secondo si riferisce a
servizio prestato a scuola in particolari condizioni
servizio prestato in zone cosiddette "a rischio"
servizio prestato nella scuola in attività di recupero, sostegno, approfondimento
Il terzo al servizio connesso al management scolastico:
servizio prestato come collaboratore del preside,
coordinatore di classe direttore di dipartimento, direttore di laboratorio ecc.
Il quarto è strettamente collegato all'insegnamento della propria disciplina.