La parola agli studenti:
                                                               Si Lavora Per Noi

Giovedì 27 novembre, a Milano si è svolto uno dei convegni più significativi per me. Aveva per argomento principale la rivoluzione nel sistema scolastico Europeo, una rivoluzione basata sull’attuazione di un nuovo progetto: l’aumento della qualità scolastica europea.
I vari sistemi scolastici europei stanno attraversando un momento di cambiamento, che potrebbe far crescere la qualità sia nella scuola ma soprattutto nella società.
Durante il convegno a Milano sono stati presentati diversi tipi di progetti (riguardanti tutti questo tema) con risultati soddisfacenti. I vari progetti sono stati effettuati in diversi parti d’Italia, dalla Toscana a Trento,  e ne sono state coinvolte diverse scuole dalle elementari alle superiori.
Ma per entrare più nello specifico, passo ad elencarvi alcuni punti operativi esposti durante l’incontro di Milano:
– effettuare una ricerca interna della scuola con un Progetto cosiddetto Pilota
– ottenere un’autovalutazione del proprio istituto e confrontarla con un’eventuale valutazione esterna
– solidificare l’inserimento del concetto di professionalità all’interno della scuola.
Gli elementi qui sopra elencati, sono stati i più discussi durante il convegno, ma per capire meglio sia il funzionamento di questa nuova modalità di valutazione scolastica e il ruolo di noi studenti all’interno di questi progetti ho avuto la possibilità di intervistare Anna Maria Gilberti, responsabile e massimo esponente di questa attività senz’altro innovativa.
Ho posto la prima domanda all’ispettrice Gilberti per cercare di capire il ruolo di noi studenti all’interno di una scuola di qualità. La risposta datami mi ha fatto capire che l’Europa e lo stato italiano stanno lavorando per migliorare lo studente del nuovo secolo. Sono rimasto molto colpito quando mi ha elencato una serie di vantaggi che lo studente può trarre da questa nuova struttura, basti pensare a come un ragazzo di 17 anni possa sentirsi valorizzato in un sistema che tiene conto di lui non solo come alunno, cercando di fargli apprendere certi dati, ma come persona e come futuro uomo, alla cui costruzione è finalizzato questo tipo specifico di lavoro qualitativo.
Il mio colloquio con l’ispettrice Gilberti è continuato anche dopo la fine del convegno sotto una fortissima pioggia, nel centro di Milano, e sono usciti fuori anche i problemi e le difficoltà che si possono incontrare nel rendere operativo un progetto del genere.
Infatti già ci sono dei problemi di fondi all’interno della regione Lombardia, problemi che probabilmente verranno risolti il più presto possibile. Il vero problema, però, rimane il rapporto studente-insegnante: è proprio qui che si vuole andare a lavorare, cercando di far capire ad ambedue le parti che lavorando con serietà insieme possiamo costruire un tassello importante per la costruzione di una società migliore, una società che si sta muovendo per fuoriuscire da un momento difficile, caratterizzato da tanti fatti di cronaca, e addirittura da giornalisti, che “invocano” i giovani a “sorprendere” gli adulti attraverso il gesto più antiproduttivo che esista all’interno di una scuola, l’occupazione.
Per ottenere risultati concreti da questo Progetto Qualità, dobbiamo lavorare tutti insieme, alunni, insegnanti e personale ATA,  solo cosi si riuscirà a creare un qualcosa che valga, un qualcosa che ci possa essere utile anche in futuro.
Spero che il Progetto possa diventare stabile il più presto possibile, e sono fiero di aver potuto assistere ad un piccolo passo che però può racchiudere una lunga strada.

    Renis Ismaili

Studente in un Istituto Tecnico Industriale Statale della Provincia di Milano,

quinto anno della specializzazione meccanica.

 

 Per un riesame dei temi sollevati nel Convegno citato nell’articolo dello studente, si attivi la voce in alto a destra in “Documentazione”.