Esame di Stato.
Vecchio rito, nuova formula.
Un po’ esagerati questi di Repubblica: parlano di rivoluzione, che
vorrebbero far loro, per attribuirla ad un neo-ministro, che molto
modestamente dichiara di voler solo usare un cacciavite per intervenire
sulla nostra scuola. Lo sanno in tanti che è un ottimo attrezzo da usare per
smontare con facilità. Forse lo sanno in meno che è un po’ più difficile da
usare per rimontare i pezzi smontati, figurarsi poi montare pezzi nuovi, se
ci saranno. Il ministro a Torino il 19 luglio dichiarava espressamente: la
riforma “non sarà niente di eccezionale”, cambierà soltanto la “composizione
delle commissioni”. Ottima idea anche questa. Ma. E i soldi per pagarli
questi insegnanti esterni? A meno che non li si faccia spostare solo di
qualche quartiere. Ma non era sembrato neanche particolarmente
rivoluzionario quando, presentatosi il 20 luglio al Consiglio Nazionale
della Pubblica Istruzione, dichiarava i suoi intendimenti, compreso quello
molto salutare di rivalutare lo scrutinio finale.
Ma è sulla valutazione della qualità che la redazione di Repubblica scambia
sogni per realtà. Nessuno può averla rassicurata che migliorerà la qualità
degli studi
- cambiando la valutazione del percorso scolastico da 20 a 25, attribuendo
45 punti alle prove scritte e 30 al colloquio,
- ed eliminando la terza prova scritta.
Anzi, bisognerebbe riflettere se questa eliminazione non preluda ad un
ridimensionamento dell’Istituto nazionale di valutazione della scuola
italiana (Invalsi), competente a capire qualcosa di ciò che avviene
materialmente nelle singole classi, ad analizzare i dati di tutte le
commissioni e i punteggi attribuiti ai candidati e proporre le più
significative aggregazioni regionali.
Dipende dal funzionamento di un istituto di tale natura se possiamo
stabilire dei confronti con gli altri paesi che partecipano all’indagine
Ocse. In base a queste indagini riusciamo anche a sapere che siamo tra gli
ultimi in fatto di conoscenza, ma tra i primi in fatto di promozione agli
esami. Per non parlare della stessa formazione permanente di docenti e
dirigenti scolastici. Allora: aboliamo l’INValSI o ci mettiamo tutti a
migliorare le condizioni in cui i giovani possano educarsi ed essere
educati? Responsabilità solo della scuola o devono essere chiamati in causa,
e senza proclami, gli altri protagonisti sociali?
Il Magnifico Ballio, rettore del Politecnico di Milano, lamenta che non si
possano spiegare potenze ed equazioni a studenti che non sono in grado di
capire. Con ciò denunciando il fatto che tanti, con tanto di diploma in
tasca, dovrebbero ancora andare in giro col vecchio pallottoliere o con
l’antico abaco. Ma il Politecnico è dotato di solidi strumenti di
contenimento in entrata. La scuola, no. La scuola è per tutti, anche per
quanti non sono in grado di capire non potenze ed equazioni, ma il perché
proprio loro debbano studiare. E, si sa, quando manca qualsiasi struttura di
contenimento, anche la diga più solida può vacillare.
Andrebbe però ricordato che la selezione e l’abbandono nei primi anni di
studio superiore è ancora altissima, inaccettabile per una società
democratica:
- il 16% non è ammesso alla seconda classe.
Ed anche sulla conclusione degli esami la lettura dei dati dovrebbe pur dire
qualcosa a quanti pensano che tutti gli individui debbono comunque rimanere
a scuola, costi quel che costi:
- il 33% riceve un voto di mera sufficienza.
Dati da non considerare con molta superficialità.
Proveremo col cacciavite.
Ad esempio, propone Fioroni, perché non provare a premiare l’eccellenza con
una una borsa di studi alla fine degli esami di stato? Ne parlerà in sede di
Finanziaria, dove chiederà una copertura di 5 milioni di euro.
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Si veda:
1) - La Provincia di Como, Pagina didattica, 5 luglio 2006, p.18.
2) - La Gazzetta del Mezzogiorno, Maturità, solita valanga di promossi,
12 luglio 2006, p.14.
3) - La Stampa, Raffaello Masci, “Tutti promossi”. Questa maturità è
troppo facile, 13 luglio 2006, ,p. 15.
4) - Il Mattino, Così cambierà l’esame di maturità, 20 luglio 2006, p.12.
5) - Italia Oggi, Laia Vantaggiato, Fioroni accelera con la nuova
maturità, 25 luglio 2006, p.39.
6) - Avvenire, Enrico Lenzi, Maturità, borse di studio per i migliori,
3 agosto 2006, p.11.
7) - la Repubblica, Maturità, la rivoluzione di Fioroni, 3 agosto
2006, p.20.
8) - Italia Oggi, Giovanni Scancarello, Maturità, ecco dove sono i buchi,
15 agosto 2006, p.40.
9) - Schema di disegno di legge__________________